Pubblicato su politicadomani Num 92-93 - Giugno/Luglio 2009

Italia da salvare
Catalogo dei Paesaggi Rurali di Interesse Storico

di Carmela Maria Orlando

Per i cittadini di Marano ma soprattutto per quelli del resto d'Italia e d'Europa, pubblichiamo integralmente la Sintesi ufficiale dell'indagine del Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali. La lettura è un po' complessa ma abbiamo creduto importante mettere a conoscenza del cittadino i motivi per cui è stato redatto il Catalogo. Motivi che, nel caso del Parco delle Colline di Chiaiano di Napoli, stridono in modo drammatico con i comportamenti del Governo

La costituzione del Catalogo dei Paesaggi Rurali di Interesse Storico ha messo in evidenza l'esistenza di un eccezionale patrimonio, ancora per larga parte inesplorato, e ha permesso di fare il punto sullo stato di una risorsa da secoli considerata come uno degli elementi qualitativi più rappresentativi dell'immagine del nostro Paese. La sua conoscenza scientifica è legata a studi svolti soprattutto negli anni '60, ma appare oggi frammentata in più settori che ne considerano più spesso singoli aspetti correlati agli interessi di altri settori (es. ambiente, economia, storia, pianificazione), ma quasi sempre al di fuori dello sviluppo rurale. Con questa iniziativa, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mpaaf) ha voluto evidenziare l'importanza e la pertinenza del paesaggio, rispetto gli obiettivi, alle strategie e alle azioni della nuova Politica agricola comune (Pac) e dello Sviluppo Rurale, come d'altra parte sancito dal Piano strategico nazionale per lo sviluppo rurale (Psn) 2007-2013. Il patrimonio rilevato appare distribuito su una vasta gamma di situazioni ambientali e socioeconomiche, con strutture paesistiche di grande fascino dal punto di vista estetico, buone potenzialità dal punto di vista della valorizzazione economica, grande valore per la biodiversità e per la qualità della vita delle popolazioni. Si tratta di paesaggi caratterizzati da colture agricole, pastorali e forestali, ma anche di elementi insediativi, che rappresentano un elemento fondamentale dell'identità culturale del territorio, in quanto testimoniano di un millenario adattamento delle attività antropiche a caratteristiche ambientali spesso assai difficili, oggi in grado di rappresentare una molteplicità di valori materiali ed immateriali, di grande interesse per il settore. Le aree rilevate costituiscono un punto di partenza importante per la messa a punto di strumenti di monitoraggio, conservazione e valorizzazione nell'ambito della programmazione dello sviluppo rurale, oltre che offrire materiale di studio di assoluto interesse per molti settori scientifici. Da questo punto di vista, è bene ancora sottolineare che oggi lo sviluppo rurale si caratterizza per la promozione di un modello di sviluppo in cui gli aspetti produttivi sono solo "uno" degli elementi che contribuiscono al conseguimento di un equilibrio fra aspetti sociali, economici ed ambientali nello spazio e nel tempo - approccio efficacemente sintetizzato dal moderno concetto di paesaggio - che può rilanciare il ruolo del territorio rurale, specialmente nell'attuale contingenza economica e sociale. Di questo equilibrio sono responsabili non solo i soggetti che operano nel settore, ma la società nel suo complesso, la quale determina le caratteristiche degli attori, dei fattori e dei processi che influenzano le qualità e le funzioni dello spazio rurale.

Struttura operativa
del progetto
Il lavoro è stato assegnato a 10 coordinatori nazionali ritenuti i più importanti esperti di paesaggio rurale storico presenti in Italia, con la consulenza di esperti di istituzioni nazionali ed internazionali. A loro volta, i coordinatori si sono valsi di collaboratori per svolgere il lavoro di ricerca nel quale, complessivamente, sono risultati coinvolti circa 76 ricercatori appartenenti a 14 università, più alcuni studi professionali. Per le istituzioni nazionali non universitarie vanno segnalate le collaborazioni con il Fondo Italiano per l'Ambiente (FAI) ed Italia Nostra, per quelle estere si segnala il Consiglio D'Europa, la Società Europea di Storia Ambientale (ESEH) e la Unione Mondiale degli Istituti di Ricerca Forestale

I risultati
Alla fine dei dodici mesi di durata del progetto, sono state individuate 133 aree distribuite in 20 Regioni. Il numero delle aree per Regione, è in parte dovuto al fatto che era stato fissato un numero minimo e massimo di aree (4-10) per Regione, senza l'intenzione di realizzare un inventario esaustivo, per il quale servirebbero alcuni anni di lavoro, ma piuttosto con quella di sondare la consistenza delle risorse legate ai paesaggi tradizionali, lasciando liberi i gruppi di lavoro di selezionare anche un numero leggermente superiore di aree. In questo senso, il risultato del progetto è stato quello di mettere in evidenza la presenza di un patrimonio più vasto, largamente sottostimato anche nella sua consistenza, ma severamente minacciato di scomparsa per l'assenza di vere strategie di conservazione e valorizzazione.
In generale, si osserva la scarsità di aree di grandi dimensioni che abbiamo conservato caratteristiche di significatività ed integrità, mentre sono invece molto più frequenti elementi puntuali (filari, siepi, terrazzamenti, ecc.), presenti in misura maggiore o minore secondo le caratteristiche delle varie zone. In alcuni casi, gli elementi descritti si definiscono come residuali e marginali, rispetto alle attività agricole in corso, in altri essi sono invece il risultato della volontà degli imprenditori di conservare elementi considerati importanti da molteplici punti di vista; ciò propone modalità differenziate nella definizione di strategie di conservazione e valorizzazione. In sintesi, si evidenzia una diversa qualità delle schede descrittive e delle caratteristiche dei paesaggi tradizionali individuati, palesando una relativa maggiore ricchezza qualitativa nelle zone dell'Italia meridionale e centrale rispetto al Nord, soprattutto per ciò che riguarda la Pianura Padana, che risulta in generale carente di paesaggi con le caratteristiche richieste.

Sulle caratteristiche dei paesaggi individuati
L'individuazione di paesaggi storici si è estrinsecata nella ricerca di assetti riferibili ai modelli "tradizionali" dell'agricoltura italiana, approccio che ha posto problematiche interessanti anche dal punto di vista scientifico, permettendo di approfondire il significato di tale concetto nell'ottica della pianificazione territoriale e della programmazione delle politiche agricole e dello sviluppo rurale. I paesaggi tradizionali possono essere definiti come quei paesaggi che sono presenti in un determinato territorio da lungo tempo (anche molti secoli) e che risultano stabilizzati o evolvono molto lentamente nel tempo. Essi sono generalmente legati all'impiego di pratiche e tecniche caratterizzate da un ridotto impiego di energie sussidiarie esterne, sia in termini di meccanizzazione, irrigazione, che di concimazioni chimiche e di agrofarmaci, con la presenza di ordinamenti colturali caratterizzati da lunga persistenza storica e forti legami con i sistemi sociali ed economici locali che li hanno prodotti. La loro presenza, o lenta evoluzione, mostra una significativa armonia integrativa tra aspetti produttivi, ambientali e culturali di una data area o regione. Dall'indagine svolta risulta che in Italia i paesaggi tradizionali hanno avuto la loro massima diffusione fino agli anni Cinquanta-Sessanta del secolo scorso. La consistente avanzata delle aree urbane, dell'industrializzazione e i contemporanei fenomeni di intensificazione e di abbandono colturale hanno comportato una drastica riduzione di tali paesaggi.

 

 

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